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Curiosità

Si chiama cheilofagia e con ogni probabilità ne soffri anche tu senza saperlo: quando lo scopri ti spiazza

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Giulia Belotti

È  davvero diffusa, ma non tutti sanno di soffrirne: si chiama cheilofagia, ecco in cosa consiste e come si può intervenire.

Quando si parla di disturbi e di malattie, spesso si finisce per pensare alle cose peggiori come tumori o patologie incurabili. Talvolta, però, ce ne sono alcuni che danno sintomi leggeri o addirittura inesistenti, quindi non ci si rende conto nemmeno di averli. Come quando si parla della cheilofagia: ecco di cosa si tratta e perché potresti soffrirne anche tu.

Scopri se soffri anche tu di cheilofagia: ecco di cosa si tratta (globbers.it)

Ci sono gesti e abitudini che, sebbene appaiano del tutto normali, in realtà nascondono un disturbo specifico. Pensiamo a chi si mangia le unghie: per quanto in sé e per sé non sia qualcosa di pericoloso o doloroso, in realtà questo gesto è una delle manifestazioni dell’onicofagia e va trattato adeguatamente. Ecco dunque cos’è la cheilofagia: molto simile, ma coinvolge un’altra parte del corpo. Cosa c’è da sapere e come si può intervenire.

Cheilofagia: ecco come si manifesta e come si cura

La cheilofagia è l’atto di mordersi ripetutamente e continuativamente le labbra o le guance, a livello delle arcate dentali e del piano occlusale. Sebbene non sia pericoloso e spesso avvenga senza alcuna consapevolezza, in realtà causa potrebbe causare un’irritazione cronica della mucosa interna della bocca e delle labbra e può portare anche a lesioni molto dolorose. In molti casi assume le caratteristiche di un tic nervoso, così come succede per la tricotillomania (strapparsi i capelli) o l’onicofagia e, sebbene in alcuni casi si risolva spontaneamente, in altri invece è necessario l’intervento terapeutico.

Cos’è la Cheilofagia e come trattarla, perché non sottovalutarla (globbers.it)

Per formulare una diagnosi di cheilofagia è necessario rivolgersi a un medico di famiglia o a un odontoiatra: molto spesso è sufficiente un esame visivo e un colloquio con il paziente per determinare la presenza o meno del disturbo. In molti casi, per risolvere il problema è sufficiente lavorare a livello psicologico per rimuovere la fonte di stress che causa il tic nervoso: nelle situazioni più estreme, però, potrebbe rivelarsi necessario un percorso psicoterapeutico. Così che si impari ad individuare i segnali anticipatori e quindi si possa indirizzare lo stress su altre azioni, meno lesive. In ogni caso, è importante non vergognarsi mai di ciò che si ha: parlarne con un esperto può infatti solo che favorire il benessere, fisico e mentale!

Giulia Belotti

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